martedì 24 giugno 2008

Le onde elettromagnetiche devono preoccuparci oppure no?



Sono ormai anni che si parla delle possibili interazioni delle onde elettromagnetiche sulle nostre cellule. Eppure l'uso dei telefoni cellulari, del WI_FI e di altri dispositivi simili è in costante crescita. Così come sono in costante crescita gli studi effettuati sulla pericolosità di tali onde, che secondo HENRY LAI dell'Università di Washington-Seattle, sono almeno due o tre mila.

Cerchiamo, allora, di fare un pò di chiarezza in merito.

Iniziamo subito con uno studio del dott. DIRK ADANG presentato il 23 Giugno 2008 presso la "Catholic University of Louvain" (Belgio). Lo studio ha riguardato 124 ratti (teniamo presente che i ratti hanno un materiale genetico per il 90% uguale a quello dell'uomo) sottoposti ad onde elettromagnetiche emesse da cellulari GSM, WI-FI, antenne telefoniche ecc. I risultati di tale studio sono stati preoccupanti: il tasso di mortalità (60%) dei 3 gruppi di ratti esposti alle radiazioni è risultato essere pari al doppio di quello (29%) del "reference group", cioè dei ratti non esposti ad alcun tipo di onda elettromagnetica.

Passiamo ad una notizia tratta dal New Scientis e dal BMC Genomics - 2008.

Alcuni scienziati hanno esposto 10 donne volontarie a radiazioni a 900 megahertz emesse da telefoni GSM per simulare una telefonata di un’ora.

Successivamente hanno monitorizzato 580 differenti proteine nelle cellule della loro pelle e hanno trovato che i "numeri" di 2 proteine erano alterati in tutte le volontarie: in particolare una proteina era aumentata dell’89%, mentre l’altra era diminuita del 32%.

Tale studio mostra in modo inequivocabile che le onde elettromagnetiche provocano dei cambiamenti all’interno delle cellule esposte a tali onde.

Ovviamente, ad oggi , nessuno sa ancora con certezza quali effetti sulla salute provochino questi cambiamenti nelle proteine, cioè qual sia il significato fisiologico di questi cambiamenti.

Andiamo avanti. Dal New York Times del 3 Giugno 2008 apprendiamo che 3 illustri neurologi americani, hanno comunicano ad un giornalista della CNN che essi ogniqualvolta effettuano una telefonata mediante cellulare, si guardano bene dal tenerlo appoggiato all’orecchio, privilegiando invece l'uso del viva-voce! Il dr. Keith Black, dr. Vini Khurana e il dr. Sanjay Gupta hanno affermato, senza alcuna remora, che tenere il cellulare all’orecchio è un’ azione pericolosa.

Ancora più drastico è il dr. Mercola, secondo il quale ci troviamo "sull’orlo di una epidemia di tumori al cervello".Egli stima circa 1.000.000 di casi entro il 2015 nei soli Stati Uniti.

Senza dimenticare poi gli altri rischi correlati sempre ad un abuso di onde elettromagnetiche: mal di testa, vertigini,morbo di Alzheimer ecc.

Di tale problematica ne ha parlato anche la trasmissione Reportqualche settimana fa. Per fortuna anche in Italia esiste ancora qualche trasmissione seria che tenta di informare in modo corretto e completo i cittadini. Solo per citare qualcosa in merito alla suddetta trasmissione televisiva, riporto quanto dichiarato da Sir William Stewart, Presidente dell'Agenzia per la Tutela della Salute inglese, Capo dei Consulenti Scientifici di Margaret Tatcher, e poi chiamato dal governo di Tony Blair nel 2000 per esaminare l'impatto sulla salute dei telefoni cellulari e delle antenne. Dopo averne studiato gli effetti per un anno, Stewart non ha potuto escludere la possibilità che le onde elettromagnetiche causino danni alla salute.

Egli dichiara: "Prima di tutto ci potrebbero essere dei disturbi delle funzioni cognitive. Poi ci sono indizi che le radiazioni potrebbero provocare tumori. Terzo, sono state riscontate mutazioni della struttura molecolare della cellula."

Sulla stessa lunghezza d'onda è il dott. GERD OBERFELD di Salisburgo, scienziato governativo presso il Ministero della Sanità che chiede la rimozione del wi-fi dalle scuole austriache. Anche lui ha rilevato effetti nocivi dovuti alle onde elettromagnetiche.

E dichiara: "Se si osservano i dati è possibile avere una visione molto chiara. è come un puzzle e ogni pezzo si adatta perfettamente: dalle interruzioni nella catena del DNA, ai danni al DNA, fino agli studi sugli animali e alle prove epidemiologiche che mostrano per esempio un aumento dei sintomi e un aumento dell'incidenza del cancro."

Ritornando in Italia, abbiamo le dichiarazioni del dott. Marinelli dell’Istituto IGM-CNR (Ist. Di Genetica Molecolare del CNR di Bologna) rilasciate al sito Contributodeisammarinesi.

Nello specifico il dott. Marinelli sostiene che “l’esposizione a campi elettromagnetici di 900 Mhz produce uno sbilanciamento nell’espressione dei geni che controllano la proliferazione delle cellule linfoblastoidi CCRF-CEM” e che “diversi studi hanno dimostrato la maggior suscettibilità dei bambini alle radiazioni (Prof.Hyland) e maggior penetrazione nel cranio dell’energia elettromagnetica del cellulare (Prof. Gandhi)".

Una cosa saggia da fare, a suo dire, sarebbe quindi quella di usare il principio di precauzione nell’esporsi, cioè cercare di sottrarsi alle esposizioni il più possibile. Il cellulare è un prezioso strumento in situazioni di pericolo, e tale deve rimanere; non bisogna assolutamente farlo diventare la normalità, non ha alcun senso utilizzarlo per la normale comunicazione. Il progresso tecnologico non deve trasformarsi in danno per la salute per interessi puramente economici.

“L’emissione elettromagnetica richiede alle cellule un continuo uso di energia per riparare continuamente i danni al funzionamento cellulare, finchè nel lungo periodo le cellule stressate non riescono più a riparare e si ammalano”.

Del resto, i primi dati allarmanti sui campi elettromagnetici, come spiega il dott. Soffritti della Fondazione per la Ricerca sul Cencro “Bernardino Ramazzini”, “si sono avuti già nel 1979 quando 2 ricercatori americani, Wertheimer e Leeper, pubblicarono i risultati di un’indagine epidemiologica che indicava un maggior rischio cancerogeno, e in particolare per leucemia, in bambini residenti in prossimità di installazioni elettriche”.

Da allora una serie di studi epidemiologici si sono susseguiti in tanti altri paesi confermando tutti, o quasi, che l’esposizione a questi campi può determinare un aumento di rischio di leucemia nei bambini e una correlazione con tumori cerebrali e alla mammella.

Come ad esempio uno studio effettuato da ricercatori dell’ospedale di Kharkov, in Ucraina, dal titolo “Effects of high-frequency electromagnetic fields on human EEG: a brain mapping study” secondo il quale le onde ad alta frequenza possono avere effetti sul cervello umano inducendo anomale onde lente nell’elettroencefalogramma. Altro campanello d’allarme arriva da uno studio effettuato dai ricercatori dell’Università di Bari dal titolo “Effects on function ho human lymphocytes exposed to electromagnetic fields with a frequency from 1500 to 2000 MHg”. In tal caso i ricercatori hanno irradiato linfociti umani per la durata di variabile di 5 e 10 minuti con frequenze da 1500 a 2000 MHz trovando che alla frequenza di 1800 si assiste ad una significativa riduzione dell’azione antibatterica delle cellule T. Ciò significa che l'esercito a difesa del nostro organismo, cioè i nostri globuli bianchi ci difendono meno, in quanto funzionano meno a causa dell'esposizione a microonde.

L'elenco degli studi effettuati è lungo. Potrei continuare ancora ma non voglio tediarvi ulteriormente.
E allora cosa fare?

Diciamo che prevenire è meglio che curare!

Sicuramente evitare di stare troppo tempo al cellulare, privilegiando altri strumenti di comunicazione tipo Skype, Flashphone , Jajah, il telefono fisso ecc. Utilizzare il vivavoce anzicchè gli auricolari in quanto è stato dimostrato che il filo che collega il cellulare all’orecchio, se non è ben schermato, fa da antenna, per cui amplifica il segnale.

Altri utili accorgimenti sono:

- limitare l’esposizione a routers WiFi

- limitare le chiamate in ambienti chiusi, tipo l’auto

- usare il cellulare in ambienti aperti se possibile

- limitarne l’uso da parte dei bambini a causa del sottile spessore della loro scatola cranica

- usare il telefonino solo quando la ricezione è buona: ad una bassa ricezione corrisponde una maggior potenza che il cellulare utilizza per la trasmissione e di conseguenza vi sarà una maggior penetrazione nel corpo delle onde radio.

- ricordarsi sempre che il cellulare, anche se non in uso,emette sempre radiazioni ad intermittenza, quindi tenerlo spento se non strettamente necessario, o comunque tenerlo ad una distanza di circa 15 cm dal corpo.

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