tag:blogger.com,1999:blog-1438775126221692915.post7835302127284681742..comments2022-04-05T17:22:17.388+02:00Comments on NONSOLOFINANZA: L'illusione del "Prodotto Interno Lordo"G.LUONGOhttp://www.blogger.com/profile/17099549177179898866noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-1438775126221692915.post-30740138840342290722008-09-02T22:53:00.000+02:002008-09-02T22:53:00.000+02:00Complimenti sinceri per questo articolo, che pur t...Complimenti sinceri per questo articolo, che pur trattando un tema concettualmente impegnativo, si lascia leggere con estrema fluidità e coinvolgimento! Che dire, hai messo a nudo l'essenza fallace del nostro vivere quotidiano, ormai impregnato di effimeri e fuorvianti valori... o meglio non-valori. L'assuefazione colletiva è tale da non farci rendere conto di queste tante piccole cose, che stanno però alla base di quei fenomeni macroscopici riscontrabili ad un livello aggregato su varia scala, nazionale, o addirittura globale. Leggendo il tuo articolo, tutto ciò si mostra chiaro e trasparente. L'ideologia di massa ha voluto guidarci su questa strada, plasmandoci pazientemente e metodicamente come argilla sui falsi miti della quantità, del profitto cieco ed egoista, dell'immagine e dell'apparenza. Del fare più del nostro prossimo, avere di più, riscuotere più successo. Ed è così che siamo finiti per valutarci sulla base di quanto guadagnamo, piombando in una perenne insoddisfazione e frustrazione, o per la macchina che guidiamo, o per quanto sappiamo alzare la voce, più degli altri che già stanno urlando. La conseguenza, autolesionista per noi stessi, e quella che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. Le nostre città sono inaccessibili, raggiungere il centro nell'ora di punta (se ha ancora senso parlare di "ora"...giacchè sono ormai diverse...quasi la regola) equivale ad espugnare Fort Knox, raggiungere l'ufficio significa restare in trappola della propria auto, sperando che i vicini di disavventura restino entro i limiti della "piazzola" loro assegnata dal caos generale, mentre qualche impavido pedone in perenne bilico fra l'essere e il "fu", deambulando stancamente ci lascia sui pedali come il miglior Pirata in fuga sul Galibier. Non siamo più padroni del nostro spazio, liberi di usare il nostro tempo. Uno per macchina rigorosamente, intrappolando nella ragnatela anche i pochi sprovveduti, vecchi e sporchi autobus. Verissimo quanto dici. Siamo tutti accecati dall'ottuso imperativo di produrre, perchè così ci è stato detto, perchè così ci viene ricordato ogni giorno, metodicamente, pazientemente, fin dentro l'intimità delle nostre mura. E questa missione, questo dovere sociale che ha ciascuno di noi di alimentare il PIL, ci fa digerire meglio la pillola amara del malessere che oggi ci attanaglia tutti. Ebbene si, si può, anzi si deve, bruciare tempo e litri di gasolio con la propria "monoposto" ogni giorno per andare in ufficio, non in autobus o in treno, perchè dopo bisogna avere l'indipendenza per fare le nostre N commissioni quotidiane (ove per commissione si intende oggi anche l'andare a vedere in vetrina l'ultimo cellulare pubblicizzato), o spendere 600euro per 30mq in affitto, dimezzando in molti casi la propria remunerazione mensile, quello cioè che "il libero mercato del lavoro" eroga a nostro favore in compenso del nostro contributo al PIL...dopo averlo debitamente depurato di quanto in eccesso tramite tassazione. Mi chiedo quale sia il contributo al PIL dei proprietari di immobili attraverso il drenaggio di soldi perpetrato con canoni sconsiderati ed offensivi per la decenza umana a già munti concittadini. Non sarebbe forse meglio aumentare il "rendimento sociale", come le stesse leggi fisiche ci insegnano? Ovvero aumentare il rapporto fra "lavoro utile" ed "energia spesa" per produrlo? Qual'è il rendimento di una società che imballa i propri beni con un superficiale e distratto depauperamento di materie prime pregiate...trattate alla stregua di "rifiuti"? Qual'è il rendimento di una società che tiene migliaia di motori accesi su una strada, mobili alla velocità di 10km/h? O che tiene centrali termiche condominiali a tutto gas fino ad aprile, quando ormai alcuni hanno già fatto il bagno nella riviera ligure, mentre finestre molto "permissive" consentono un vigoroso ricambio d'aria... e i muri ignorano ogni basilare legge della termotecnica? In conclusione, più che persistere nella pericolosa e criminale illusione che incrementare il solo numeratore della frazione che definisce il nostro rendimento collettivo, cioè il lavoro utile, senza curarsi della conseguente dinamica del denominatore, cioè l'energia spesa per produrlo, bisognerebbe prendere coscienza che l'effetto complessivo potrebbe essere esattamente opposto a quello atteso, o a quello dichiarato da chi di dovere. Gli effetti di questo sono sotto i nostri occhi.<BR/>Forse è il momento di concentrare i nostri sforzi verso una diversa direzione, quella cioè di diminuire il denominatore di quella semplice frazione, lasciando che il già elevato numeratore resti invariato.<BR/>O forse no... o magari non per me, o magari non domani.. Domani, quando di certo riuscirò a sedare questo mio sbandamento, questa irrazionale debolezza momentanea, correndo ad acquistare quanto necessario ai miei bisogni di uomo moderno, quanto mi manca oggi ma che avrò domani, dopo aver prodotto, ed essermi guadagnato la giornata, reimmettendo nel mercato parte del mio reddito, carburante per il nostro motore sociale, da onesto cittadino contribuente al PIL.<BR/><BR/>Con sincera stima<BR/><BR/>StefanoStefanohttps://www.blogger.com/profile/17200920079879517036noreply@blogger.com