lunedì 4 febbraio 2008



I media continuano a volerci far credere che la soluzione all'emergenza rifiuti sia la costruzione di sempre più inceneritori, che gli inceneritori non fanno male e così via.
Ovviamente la gente a furia di sentire sempre le stesse cose finisce per crederci!
Ma ci siamo mai chiesti come mai il problema dei rifiuti è un problema prettamente italiano e non coinvolge anche le altre grandi città europee o del mondo cosiddetto evoluto e moderno?!
Ad esempio come mai, tanto per citare alcune città, Canberra (popolazione di circa 323.000 abitanti) e San Francisco (popolazione di circa 750.000 abitanti) si stanno avvicinando all’obiettivo “RIFIUTI ZERO” mentre noi, in Italia,bruciamo i cassonetti per strada?!
Come mai a Sidney e a Ginevra non si vede una carta sui marciapiedi, mentre a Napoli per strada si trovano le peggio porcherie?!
Queste sono le domande da farsi, e a cui i politici devono dare delle risposte.
La verità è che su quelle montagne di rifiuti mangiano tutti, a partire dalle società che costruiscono e che gestiscono gli inceneritori che sono sovvenzionati dalle nostre tasche,cioè attraverso una trattenuta sulla bolletta dell'ENEL di circa il 7% che si chiama CIP6. Senza di essa chiuderebbero tutti gli inceneritori!
Un contributo sottratto alle energie rinnovabili a cui era stato destinato. I finanziamenti ovviamente vanno ai soliti noti. Alle varie multiutilities, all'API, all'Edison, all'EniPower, all'' Enel etc.
Dunque, si è sacrificata la Campania (perché era uno dei bersaglii più facili) per lanciare il business su tutta Italia forti dell’entusiasmo popolare.
Le televisioni come i giornali (basta guardare lo spot televisivo di Bruno Vespa per rendersene conto) sono un potentissimo e abusato strumento di potere per chi fa affari con i rifiuti.
Questi signori lo sanno benissimo: oscurare l’informazione, o meglio ancora, distorcerla, vuol dire avere campo libero. E loro lo stanno facendo.
A differenza di quello che vogliono farci credere, un inceneritore spreca energia invece di generarla,cioè brucia più energia per funzionare rispetto a quella che produce. Il bilancio è quindi in passivo!
Quindi con la farsa dell'emergenza rifiuti vogliono convincere il gregge italico dell’indispensabilità di quelli che i politici e gran parte dei media continuano imperterriti a chiamare “TERMOVALORIZZATORI”.
È un pò strano, però, che quando si promuovono nuovi impianti per bruciare i rifiuti vengono chiamati "termovalorizzatori", quando invece si chiudono per disastro ambientale, così come è accaduto a Terni, vengono chiamati "inceneritori".
Eppure si trattava sempre di un impianto che brucia i rifiuti ricavandone energia. Perchè non lo si è chiamato anche in tal caso "termovalorizzatore" anzicchè “inceneritore”?
A questo punto vien da chiedersi: e se dovesse accadere qualcosa di “brutto” anche all'osannato "termovalorizzatore" di Brescia, cambieranno nome anche a quell'impianto?
A proposito dell'inceneritore di Brescia, ricordiamo che si sono spesi oltre 60 milioni di euro l’anno, per 8 anni, il doppio dell’investimento impiantistico! Si tratta quindi di una macchina dello spreco e antieconomica che si regge solo sugli scandalosi e già citati contributi Cip_6.
Nel 2006 tale inceneritore è riuscito addirittura ad ottenere un premio, sbandierato su TV e giornali: è stato proclamato "campione del mondo", avendo vinto il "Wtert 2006 Industry Award". Il problema, però, è che l'Ente premiatore, Wtert, della Columbia University ha tra gli sponsor la Martin GmbH, azienda tedesca, produttrice dello stesso impianto Asm.
Continuano, quindi, a prenderci per i fondelli!
Tutto avviene alla faccia delle vere rinnovabili che ricevono solo una minima parte dei fondi.
Quindi queste macchine da tumori stanno in piedi perché le finanziamo noi con un meccanismo illegale per la stessa Unione Europea. Le finanziamo con la bolletta della luce. Paghiamo rinnovabili e creiamo veri e propri tumorifici.
Secondo Einstein, infatti, “nello spazio nulla si crea, niente si distrugge,ma tutto si trasforma”.

Da ciò si capisce che i rifiuti bruciati dall'inceneritore non spariscono nel nulla , ma si trasformano semplicemente. Ma in che cosa si trasformano?
In micro-polveri (pm 2 fino a pm 0,1) che, se inalate dai polmoni, giungono al sangue
in 60 secondi e in ogni altro organo in 60 minuti.
Le patologie derivanti dall’inalazione di queste nanoparticelle sono: cancro, Parkinson, Alzheimer, malformazioni fetali, infarto e ictus. Ciò è comprovato da migliaia di lavori scientifici!
La soluzione a tutto ciò è Rifiuti zero: questo deve essere l'obiettivo.
Mediante una serie di azioni da compire sin da subito.
In primis ridurre la produzione dei rifiuti, ad esempio riducendo gli imballaggi durante le fasi di produzione dei vari prodotti.
Poi la raccolta differenziata “seria”, quella porta a porta, grazie alla quale l'inceneritore non serve.
Successivamente il riciclo di quanto raccolto in modo differenziato.
Infine, ciò che rimane dei rifiuti dopo l’attuazione dei primi tre punti va inviato a impianti per una selezione meccanica delle tipologie dei rimanenti rifiuti indifferenziati. La parte non
riciclabile può essere trattata senza bruciarla con impianti di bioessicazione.
Grazie all'attuazione di questi semplici ed economici passi, il legno potrà essere venduto alle aziende per farne ad esempio del truciolato, il riciclaggio della carta potrà essere utilizzato per creare della nuova carta senza disboscare altre foreste, a tutto vantaggio dell'ambiente e quindi di tutti noi, il riciclaggio della plastica contribuirà anch'esso a farci risparmiare petrolio e quindi inquinamento, basti pensare, infatti, che solo per fare un Kg di plastica occorrono sino a 2/3 kg di petrolio.
Questo è quello che la TV e i giornali dovrebbero spiegare al popolo italiota! E che puntualmente non fa perchè i rifiuti non bruciati non rendono, mentre quelli che vanno a finire in pancia agli inceneritori rendono, eccome!
Purtroppo è sempre il DIO denaro che detta legge!

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sabato 2 febbraio 2008

MONDADORI: pullback terminato?



Il titolo Mondadori, dopo aver perso il forte supporto dei 6,55 euro ha iniziato una violenta discesa sino al supporto dei 4,80 euro. Da lì ha iniziato nelle ultime settimane un tentativo di pullback sino alla media mobile a 50 giorni, cioè intorno ai 5,40-5,48 euro,ove vi è, tra l'altro, anche una discreta resistenza tecnica.
A questo punto, considerato il forte trend discendente ancora intatto ed ancora in atto, è lecito attendersi un forte ritorno dei venditori, per cui una strategia potrebbe essere quella di mettersi Short con stop-loss sopra la soglia di 5,55 euro in chiusura di giornata, cioè solo se tale soglia verrà mantenuta o superata sino alla chiusura delle contrattazioni.
Man mano che il titolo scenderà, seguire la discesa con dei trailing-stop in modo da salvaguardare sempre i guadagni ottenuti sino a quel momento.

venerdì 1 febbraio 2008

OLIO di OLIVA in ausilio contro il Cancro



Una bellissima notizia ci arriva da Massimo Lopez, direttore del dipartimento di Oncologia dell'Istituto dei Tumori di Roma e membro del Comitato Scientifico della “Human Health Foundation”.Secondo Lopez, infatti, una dieta corretta ed equilibrata aiuta ad eliminare circa il 25% dei tumori e soprattutto l'utilizzo dell'olio di oliva (ricco di acido oleico, luteina e di antiossidanti) riveste un importante ruolo come coadiuvante di alcuni processi che possono inibire l'insorgenza del cancro, oltre ad essere di aiuto alla prevenzione del cancro stesso.
E' d'obbligo dunque , a mio avviso, preferire l'olio d'oliva ad altri tipi di olio!