lunedì 22 dicembre 2008

Perchè Linux è meglio di Windows


Partiamo dai numeri: secondo le statistiche di Net Applications, la percentuale di utilizzo di windows si attesta all' 89% circa, contro l'8,87% di Mac e lo 0,83% di Linux.
Ma come mai questo successo di windows a scapito di sistemi operativi gratuiti come Linux? Perchè è necessario spendere centinaia di euro per acquistare un sistema operativo ed altre centinaia di euro per acquistare i vari software di cui si necessita, quando esistono delle alternative del tutto gratuite ed altrettanto valide?
Il motivo è semplice: la scarsa conoscenza e la scarsa informazione in merito.
Il discorso, ovviamente, non vale solo per i privati, ma vale anche e soprattutto per la pubblica amministrazione che, convertendosi al software libero, avrebbe modo di far risparmiare a noi contribuenti tantissimi soldi.
Ed invece no. Si continuano a spendere soldi inutilmente, perchè chi dovrebbe sapere non sa o fa finta di non sapere.
«Software libero» non significa soltanto software gratis. Significa anche avere il diritto di poter utilizzare il software come si desidera: il codice sorgente di un programma libero è disponibile a chiunque lo voglia scaricare, modificare, migliorare e usare in qualsiasi modo. Oltre a questi benefici ideologici, il software libero presenta molti vantaggi tecnici: quando viene sviluppato un programma, a differenza di quanto accade per il software non libero,il duro lavoro dei programmatori può essere utilizzato come punto di partenza per un nuovo progetto. Per questo motivo sviluppare software libero è veloce ed efficiente!
I sistemi operativi basati su Linux, creato nel 1991 da uno studente Finlandese di nome Linus Torvalds, sono tantissimi: Debian, SuSE, Gentoo, RedHat, Mandriva, Ubuntu ecc. C'è solo l'imbarazzo della scelta. Io personalmente, preferisco Ubuntu, arrivato ormai alla versione 8.10 "Intrepid"!
Ma quali sono i motivi per passare da Windows a Linux?
Analizziamone alcuni:
- avere a disposizione un sistema operativo completo, stabile ed efficiente senza spendere un solo euro;
- avere a disposizione un immenso numero di programmi legalmente, senza pagare un euro e soprattutto senza nulla da invidiare alle alternative a pagamento;
- potersi dimenticare di virus, spyware, malware e simili;
- possibilità di aggiornare tutto il software installato con un semplice clic;
- non rischiare multe per l'uso di software copiato (o clonato); possiamo avere tutto (o quasi) legalmente;
- possibilità di ottenere supporto gratuito ed illimitato grazie alle varie comunità Open Source presenti in tutto il mondo;
- possibilità di giocare a centiania di games gratuitamente;
- libertà di scegliere il proprio software, adattarlo alle proprie esigenze e di condividerlo con gli altri;
- poter usare applicazioni per le quali è disponibile il codice sorgente;
- la flessibilità di Linux: si installa su una grande varietà di piattaforme e ci consente di usare al meglio anche hardware datato o pc con poche risorse.
Questi sono solo alcuni dei motivi per i quali vale la pena abbandonare windows e passare a Linux. A chi ha paura delle "difficoltà" di Linux dico: Linux non è più il sistema operativo di una volta, appannaggio solo di pochi eletti. Oggi, grazie agli sforzi di tantissime persone sparse in tutto il mondo, esso è diventato sempre più vicino all'utente, con un'interfaccia grafica molto simile a windows.
Perciò, nessuna scusa. E' ora di passare al software libero per il bene delle nostre tasche e per la "benevolenza verso il prossimo" (significato della parola Ubuntu, una delle tante distribuzioni di Linux).

venerdì 19 dicembre 2008

La lezione della crisi economica. Parte 1


Siamo in piena crisi. Non solo finanziaria come all'inizio si pensava, ma anche e soprattutto economica!
I danni della crisi sono sotto gli occhi di tutti, ma, come da ogni cosa, anche dalle crisi bisogna cercare di trarne qualche insegnamento, qualche lezione.
La prima lezione che ho appreso da questa crisi è che i grandi "esperti" di economia che i media ci propinano, sono tutt'altro che guru. Quindi, mai fidarsi dei sedicenti guru!
Invece, i cosiddetti gufi, catastrofisti ecc., quasi sempre oscurati, messi da parte, censurati, sono spesso coloro che dimostrano di avere una migliore capacità di previsione dei mercati, in grado di prevedere ciò che dovevano prevedere i sedicenti esperti, super pagati e riveriti. Secondo questi ultimi, infatti,la crisi doveva essere già passata da un pezzo. A loro dire i prezzi segnati dalle azioni questa scorsa primavera/estate rappresentavano una formidabile occasione d’acquisto.

Ma conosciamoli più da vicino i nostri "esperti":

Keith Wade, capoeconomista di Schroders (Gennaio 2008): “La liquidità fornita dalla Fed, combinata a una maggiore trasparenza sui mercati dei prestiti interbancari, dovrebbe stimolare una ripresa nel corso del 2008”.

Henry Paulson, ministro Usa del Tesoro (Maggio 2008): “Il peggio potrebbe essere passato. Siamo più vicini alla fine che al principio della crisi finanziaria. È indubbio che oggi la situazione sia migliore, molto migliore che a marzo”.

Alessandro Profumo amministratore delegato di Unicredit (Maggio 2008): “il peggio è alle spalle La banca è solida, non ci sarà alcun aumento di capitale”.
Dico solo che a maggio, le azioni di Unicredit valevano più di 4 euro. Oggi siamo "solo" sotto i 2 euro! Complimenti per "il peggio è alle spalle"!

Pietro Cirenei, direttore generale di Bipiemme Gestioni (Giugno 2008): “E’ ora di tornare a Wall Street”.

Dominique Strauss Kahn, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) (Giugno 2008): “Il peggio è probabilmente alle spalle”.

Pietro Giuliani, amministratore delegato di Azimut (Luglio 2008) “Mi riempirei di azioni al 100%. So bene che lo scivolo non è finito. I mercati potrebbero perdere un altro 10 per cento. E la dico anche più grossa: andrei anche a leva,utilizzando i derivati per superare il limite del 100 per cento. Perché a questi prezzi in Borsa non compreremo più per parecchi anni”.

Rick Wagoner, amministratore delegato di General Motors (Agosto 2008) “Per General Motors il peggio dovrebbe essere ormai passato”.

Federico Mobili, gestore azionario di Bnp Paribas Am (Settembre 2008) :“Per il momento penso che sia più realistico ipotizzare un rialzo dell’ indice di circa il 7% entro la fine del 2008, ma anche noi siamo convinti che sia giunto il momento di impegnarsi di più sul mercato statunitense rispetto alle borse europee”.

Senza contare, ovviamente, le quotidiane rassicurazioni dei nostri politici. Una su tutte; mentre i mercati affondavano a più non posso Silvio Berlusconi al Tg5 del 29 settembre 2008 affermava: “Sono sereno come, immagino, la gran parte degli italiani”!
Lui sì che era ed è sereno...ma gli italiani non credo che la pensano come lui!

Continua.