lunedì 2 febbraio 2009

RIFLESSIONI SUL CASO DE MAGISTRIS E SULLA COSIDDETTA “GUERRA TRA PROCURE”. Parte 2




Parte 1.

Ma cerchiamo di approfondire un po' il discorso.


Come sappiamo, la nostra Costituzione, all'art.3, ci dice che la legge è uguale per tutti. Ed invece, i magistrati di Catanzaro non si ritengono cittadini come tutti gli altri e, dunque, si rifiutano di rispettare un provvedimento adottato dall’autorità giudiziaria competente e reagiscono con modalità che lasciano stupefatti, cioè reagiscono con un controsequestro, provvedimento illegittimo e abnorme sotto diversi profili. Basta dire, infatti, che esso è stato adottato da magistrati (quelli di Catanzaro) che versavano in condizioni di incompetenza funzionale, di incompetenza territoriale (ai sensi dell’art. 11 c.p.p., è, infatti, competente la Procura della Repubblica di Napoli) e di obbligo di astensione (se sei indagato non puoi a tua volta indagare, devi semplicemente astenerti!).

I media, ovviamente, si son ben guardati dal cercare di spiegare ai cittadini cosa stesse effettivamente accadendo. Ed infatti hanno parlato semplicemente di “guerra fra procure”, di scontro tra magistrati.

Quinta domanda. Ma perchè si parla di scontro tra procure se c'è una procura, quella di Salerno, che legittimamente va a prendersi le carte e a fare le perquisizioni, in quanto per legge è competente su Catanzaro, e c'è, invece, un'altra procura, quella di Catanzaro, che fa una cosa che non potrebbe assolutamente fare, e cioè effettuare un controsequestro?

Gli eventuali reati commessi dalla procura di Salerno li valuta la procura di Napoli, quindi se Catanzaro voleva denunciare dei reati commessi da Salerno, non doveva far altro che un esposto a Napoli e non un controsequestro!
Quindi non c'è stata alcuna guerra fra due procure: c'è stato da una parte un atto legittimo e doveroso, quello della procura di Salerno, e dall'altra, una risposta con atti abusivi e abnormi.

La “guerra tra procure” sembrerebbe quindi un mero slogan funzionale a quel potere politico che vuole “riformare” la giustizia e, magari, convincere l’opinione pubblica che tutto questo è giusto.

Sesta domanda. Perchè il decreto di perquisizione della Procura di Salerno fa insorgere tutti i poteri forti , dall’Associazione Nazionale Magistrati al Presidente della Repubblica al Ministro della Giustizia Alfano, che dichiarano scorretta quest’azione?

Il ministro Alfano, addirittura, vuole trasferire i pm Apicella, Nuzzi e Verasani per “assoluta spregiudicatezza”, “mancanza di equilibrio”, “atti abnormi nell’ottica di un’acritica difesa di De Magistris e con l’intento di ricelebrare i processi a lui avocati”.

Settima domanda. Ma quali sono gli atti illegali commessi dai magistrati di Salerno. Cioè cosa hanno commesso di illegale tali magistrati?

A tal proposito Marco Travaglio dice: “Per la prima volta nella storia repubblicana, e pure monarchica, un ministro chiede di punire dei magistrati perché il contenuto delle loro indagini non gli garba”.

Una richiesta, quella del ministro, del tutto illegittima, ma non a tal punto da essere respinta dall’organo di autogoverno della magistratura cioè il CSM. Quest'ultimo, infatti, invece di dimostrare di essere super partes, di essere autonomo rispetto al potere esecutivo, agisce supinamente, chinando il capo ed eseguendo le richieste avanzate dal super ministro della giustizia. Non solo.

Anche l’ANM, cioè l'Associazione Nazionale Magistrati, anzicchè scendere in campo in favore dei magistrati di Salerno, non fa altro che dichiararsi “soddisfatta”. Forse fa bene, quindi, De Magistris a parla di “mafia istituzionale”, scrivendo di come si stanno consolidando “nuove forme di 'eliminazione' di magistrati che non si omologano al sistema criminale di gestione illegale del potere”.

Fino al 1992, infatti, quando i magistrati con le loro indagini toccavano interessi o persone troppo in alto venivano assassinati, trucidati, fatti saltare in aria col tritolo. Ora c'è stata una evoluzione: si preferisce rinunciare al sangue, limitandosi a trasferirli o ad impedirgli di svolgere le proprie indagini, cioè di fare il proprio dovere.

Eppure la prassi da seguire in questi casi è semplice: se ai magistrati di Catanzaro non piaceva quanto hanno scritto i loro colleghi di Salerno, competenti ad indagare su Catanzaro, non dovevano far altro che rivolgersi al Tribunale del Riesame di Salerno (cosa che poi alcuni imputati hanno fatto) per chiedere l'annullamento del decreto di perquisizione e sequestro.
Se poi ritenevano che i colleghi di Salerno avessero commesso dei reati in quella vicenda, bastava fare un esposto o una denuncia alla procura di Napoli competente per giudicare i magistrati di Salerno.
Se poi ritenevano che i magistrati di Salerno avessero commesso delle
colpe deontologiche, bastava rivolgersi all'ispettorato del ministero o alla procura generale della Cassazione che sono titolari dell'azione disciplinare.

Invece cosa succede? Poiché al ministro non piace ciò che hanno scritto i magistrati di Salerno chiede al Consiglio Superiore della Magistratura di cacciare dalla magistratura il procuratore capo di Salerno.
Cioè il ministro pensa di poter sindacare il contenuto di un atto invece di lasciarlo impugnare davanti al Riesame o davanti alla Cassazione dagli indagati perquisiti. Alla faccia dello
stato di diritto e della separazione dei poteri!

Quando i tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario non sono più distinti, ad essere in pericolo è la democrazia stessa. Ed è proprio quello che sta accadendo in Italia! Purtroppo nell'indifferenza del popolo ormai assuefatto allo scandalo!

Come dicevo poco sopra alcuni imputati, a cominciare dall'ex procuratore di Catanzaro Lombardi, hanno intrapreso una delle vie percorribili per legge, cioè hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame di Salerno per chiedere l'annullamento del decreto di perquisizione.
Ebbene, venerdì
9 gennaio il Tribunale del Riesame di Salerno, in un clima tutt'altro che sereno, (un clima ove il Capo dello Stato, il CSM, il governo, l'opposizione (tranne Di Pietro), l'ANM, tutta la stampa di destra e di sinistra, le TV a reti unificate, dicono che Salerno ha torto) ha respinto i ricorsi dei quattro indagati ed ha dichiarato dunque fondato e legittimo il provvedimento di perquisizione e sequestro.

Ottava domanda. Perchè i 3 magistrati di Salerno vengono comunque trascinati davanti al Consiglio Superiore della Magistratura per essere puniti, a causa di quello stesso provvedimento che il Tribunale del Riesame ha trovato impeccabile, respingendo tutti i ricorsi?

Mistero!
Ed arriviamo al
19 gennaio! Giorno in cui è stata scritta una delle pagine più buie della storia della magistratura italiana.
Giorno in cui i
Sostituti Procuratore Nuzzi e Verasani vengono trasferiti e il Procuratore Della Repubblica di Salerno Apicella viene addirittura sospeso dallo stipendio (misura che una volta si comminava per condotte gravissime, come ipotesi di corruzione o simili, e non per provvedimenti , come invece è successo in questo caso!) perché hanno scritto un provvedimento giudiziario che non è piaciuto al potere! Questo nonostante la sentenza del Tribunale del riesame. Scandaloso!

Nona domanda. Come può, quanto accaduto, essere ritenuto compatibile con gli articoli 101i giudici sono soggetti soltanto alla legge») e 107 («i magistrati sono inamovibili») della Costituzione?

Tale scandalo è, ovviamente, monito per tutti i magistrati che vogliono continuare ad essere liberi, per tutti coloro che credono nell’articolo 3 della Costituzione che sancisce l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Davanti a questa vergogna non si può stare a guardare, non si può abbassare la testa. E' dovere di tutta la società civile difendere i magistrati come De Magistris, Apicella, Nuzzi, Verasani, Forleo, nonché giornalisti come Carlo Vulpio, sollevato dall’incarico di seguire come cronista gli eventi intorno al caso De Magistris dal suo direttore, Paolo Mieli. Forse perchè sapeva e scriveva troppo! E' fondamentale per la nostra democrazia e per il nostro futuro!

Del resto il ministro Rotondi era stato chiaro con riferimento ai pubblici ministeri: «colpirne uno per educarne cento»! Peccato che a venir colpiti siano solo i magistrati scomodi ai potenti!

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