domenica 1 febbraio 2009

RIFLESSIONI SUL CASO DE MAGISTRIS E SULLA COSIDDETTA “GUERRA TRA PROCURE”. Parte 1



Gli interrogativi su questa vicenda sono tanti, anzi tantissimi. Ma anche i punti fermi sono tanti, anzi tantissimi!

Ma andiamo con ordine.

De Magistris, PM senza macchia presso la procura di Catanzaro, si stava occupando di 3 indagini:

L'indagine “Poseidone, riguardante i depuratori che si dovevano costruire in Calabria, finanziati dall'Unione Europea con circa 800 milioni di euro ma mai costruiti.
L'indagine “Toghe lucane,” riguardante i comitati d'affari che collegano magistrati della Basilicata, sui quali è competente ad indagare Catanzaro e proprio per questo se ne stava occupando De Magistris.
L'indagine “Why Not,” riguardante un comitato d’affari composto da politici, imprenditori e funzionari delle istituzioni che avrebbero gestito illegalmente finanziamenti comunitari e statali, vale a dire milioni di euro di soldi pubblici, cioè di noi cittadini, frodati allo stato italiano da rappresentanti delle istituzioni italiane , in pratica una sorta di “Mani Pulite 2”.

Diciamo quindi che De Magistris stava indagando su cose molto, ma molto delicate! Cose che scottano!

Ed infatti, ben presto gli vengono tolte tutte e tre le indagini.

L'indagine “Poseidone “ sui depuratori, gli viene tolta dal suo capo, non appena De Magistris indaga l'On. Pittelli di Forza Italia.

Prima domanda. Possibile che il procuratore capo tolga a De Magistris l'indagine non appena osa indagare Pittelli che è socio del figlio della sua convivente?

L'indagine “Why not”, dove sono indagati una serie di politici, imprenditori ecc., gli viene tolta dal procuratore generale Dolcino Favi non appena viene indagato l'allora ministro della giustizia Mastella.

Seconda domanda. Come mai non si consente a De Magistris di andare avanti con l'indagine?Cosa ha fatto di tanto grave da meritarsi l'avocazione dell'indagine?

Infine, l'indagine “Toghe lucane” sul malaffare politico-affaristico-giudiziario in Basilicata, dirompente anche questa perché è un'indagine che coinvolge addirittura un ex big del CSM, cioè l'On. Bucicco, sindaco di Matera nonché avvocato e parlamentare di AN.
In tal caso De Magistris riesce quasi a finirla l'indagine, ma viene fisicamente cacciato da Catanzaro un attimo prima che lui sia riuscito a scrivere le richieste di rinvio a giudizio.

Terza domanda. Come mai questo tempismo perfetto? Non si poteva far concludere definitivamente l'indagine a De Magistris, in modo da raccogliere i “frutti” del suo lungo lavoro?

De Magistris, quindi, è un magistrato scomodo, ed infatti il CSM, pressato dal Parlamento, nel settembre 2007 ne dispone la richiesta di trasferimento. A gennaio 2008 si completa l'opera con il trasferimento di De Magistris e l’impedimento di esercitare ancora la funzione di Pubblico Ministero. L’autonomia della Magistratura, sancita dalla Costituzione italiana, è distrutta. La sua nuova sede sarà Napoli, non più con funzione requirente bensì con funzione giudicante.
Nel frattempo decine di suoi inquisiti, di suoi superiori o colleghi denunciano De Magistris presso la
procura di Salerno, competente per legge su quella di Catanzaro, per enormi nefandezze da lui commesse durante i tre anni di procura a Catanzaro, in particolare in merito alle tre indagini esposte. Anche De Magistris, però, si reca a Salerno per fare delle denunce. In particolare denuncia, a sua volta, i suoi superiori, alcuni suoi imputati, avvocati, giornalisti ecc. che, secondo lui, lo avrebbero screditato, calunniato, isolato ed espropriato delle sue inchieste. Insomma, avrebbero creato i presupposti per levare prima le inchieste e poi lui. A questo punto, ricevute tutte queste denunce di De Magistris e contro De Magistris, poiché per legge esiste l'obbligatorietà dell'azione penale, i magistrati di Salerno non possono fare altro che incominciare subito ad indagare, ad approfondire tali denunce per vedere quali sono fondate e quali no.

Se ne occupano i pubblici ministeri Gabriella Nuzzi e Dionigi Verasani ed il loro capo Luigi Apicella.

Dopo mesi di indagine, i magistrati di Salerno scoprono che le denunce contro De Magistris si sono rivelate totalmente infondate, e cioè che De Magistris non ha commesso alcuna scorrettezza, anzi dicono: "le indagini di De Magistris sono corrette, non emergono reati a carico di De Magistris" e quindi tutte le denunce che sono state presentate contro di lui saranno archiviate.

Riguardo invece all'ipotesi d'accusa presentata da De Magistris, i magistrati di Salerno, per poterne verificare la fondatezza, richiedono ai colleghi di Catanzaro la copia degli atti dell'indagine Why Not sulla quale si stava, appunto, indagando per verificarne l'eventuale insabbiamento.
Per ben 7 volte nell'arco di mesi la procura di Salerno chiede questa copia degli atti alla procura di Catanzaro. Ma quest'ultima rifiuta illegalmente ( non si può rifiutare di esibire un atto che un magistrato competente richiede) a quella di Salerno l'invio delle copie di questa indagine.

A questo punto Salerno non può far altro che andarsele a prendere a Catanzaro. Ed infatti emette un decreto di perquisizione e sequestro ed il 2 dicembre 2008 lo fa eseguire.

Questo decreto, a differenza di quanto i media hanno tentato di farci credere, è del tutto legittimo, infatti tale è stato ritenuto dal competente Tribunale del riesame che, il 9 gennaio scorso, lo ha confermato.

Quarta domanda. Perchè tale notizie, cioè tale conferma del Tribunale del riesame non è stata riportata da nessun telegiornale e da nessun giornale?

Continua.

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