venerdì 27 febbraio 2009

Nucleare...è un problema di miopia o di stupidità?



Riporto, di seguito, una lettera scritta dal grande Dr. Stefano Montanari ed indirizzata al nostro Presidente del Consiglio:

"Egregio sig. Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana,

geograficamente altrove e culturalmente in altri contesti, Lei e il Suo nuovo amichetto francese vi sareste incontrati in qualche bar o, magari, in qualche salotto rigorosamente maschile per raccontarvi a voce più alta che si può le rispettive prodezze amorose per le quali andate ambedue giustamente famosi.

Ora, cancellata ogni traccia di dignità e di senso del ridicolo, in questa congiuntura storica dove il glamour e il grottesco in macedonia si sono guadagnati il posto da primato, è una sede istituzionale ad ospitarvi. E ad ospitarvi per fare business. Business a spese nostre, degl’italiani, intendo, efficacemente anestetizzati da anni di trattamento condotto da tutta la squadra, non importa la casacca occasionalmente indossata, di questa sorta di manicomio criminale che è diventata la nostra penisola. Business a vantaggio dei francesi che, senza i denari dei contribuenti italiani, non potrebbero tenere in piedi una baracca come quella del nucleare.

Non so quanto Le interessi, caro Presidente eletto da un parlamento anticostituzionale e, dunque, illegittimo, ma i risultati del referendum del 1987 (62% contro la Sua scelta, se la memoria mi sorregge) hanno vigore legale e, per questo, Lei ha infranto la legge alla stregua di qualunque delinquente. O di qualunque golpista,se la cosa Le appare meno ignobile e, chissà, addirittura ammantata di un alone romantico. Comunque sia, il fatto è che Lei sta tradendo il mandato del popolo che così sconsideratamente guida. E guida senza patente, proprio perché nessuno Le ha dato mandato di guidarlo, stante l’anticostituzionalità con cui si sono svolte le ultime elezioni-farsa. E guida senza tema d’incorrere in punizioni grazie alla cortesia di un presidente della repubblica che ha scelto questo modo per passare alla storia.

Credo sia inutile ricordarle l’idiozia di cercare energia in una fonte ovviamente in via d’esaurimento, ricordarle i costi della costruzione delle centrali, ricordarle i costi ancora maggiori per l’inevitabile smantellamento e ricordarle i costi per il trattamento delle scorie, un trattamento che, come ha più volte sottolineato quel rompiscatole del Premio Nobel Carlo Rubbia, semplicemente non esiste (vedi il dramma della montagna nello stato del Nevada imbottita di uranio ormai inservibile ma ancora radioattivo e, per di più, in continuo riscaldamento). Quindi, ciò che si prospetta al ronfante popolo italiano è una sequela di vacche magre non dei biblici sette anni ma degli altrettanto biblici settanta volte sette. E le malattie? Non si preoccupi: il professor Veronesi ci ha ormai addestrati a dovere.

Stamattina ho sentito alla radio di regime Gianfranco Fini gridare il suo pentimento riguardo l’antica convinzione antinuclearista, ma ieri sera, alla stessa radio, un tale (non ricordo il nome, ma i nomi degli attori contano poco rispetto a quello dei personaggi che interpretano) rassicurare i pazienti: metteremo le scorie in sicurezza. E noi andremo sulla Luna in bicicletta: stessa validità di ragionamento. Diteci come le metterete in sicurezza queste scorie e noi vi diremo come si fa ad andare in bicicletta sulla Luna. È vero che la maggior parte della mandria bovina è disposta a prestare fede alle bizzarre fantasie d’individui come l’ormai mitico professor Franco Battaglia dell’altrettanto mitica Università di Modena e Reggio Emilia, ma anche in Italia resta qualcuno che non ha ancora incenerito il cervello. Dunque, illustrate pubblicamente come tratterete le scorie e aspettatevi domande cui avrete l’obbligo di rispondere nel rispetto della scienza e senza ricorrere alle solite alchimie deliranti, per quanto oggettivamente efficaci dal vostro punto di vista.

A noi che non abbiamo reagito come Lei desiderava all’anestesia non resta che una speranza. Non avendo disponibile un’opposizione, troppo impegnata nel suo processo di suicidio al rallentatore per putrefazione, possiamo solo contare sulla tradizionale inefficienza italica. Inizieremo a discutere dove fare le centrali; avremo manifestazioni di centoventitre volonterosi che faranno lo sciopero della fame; decideremo con la violenza dove erigere quei lussuosissimi monumenti funebri; indiremo le gare d’appalto dopo averle accuratamente truccate; le ditte escluse porteranno in tribunale un po’ di gente; daremo il via ai lavori; li sospenderemo dopo un anno perché i costi, visti i ritardi, saranno aumentati e bisognerà fare delle revisioni. Intanto l’uranio 235 (che noi non abbiamo, alla faccia dell’indipendenza energetica) avrà raggiunto prezzi da capogiro perché sarà diventato rarissimo Ricordo a Lei e per i distratti che l’uranio costava 7 dollari la libbra nel 2001 e nel 2007 chi ne desiderava sempre una libbra di dollari ne sborsava 135. Ora, caro Presidente del Consiglio, Lei è un uomo d’affari e sa che se la domanda cresce e l’offerta cala, i prezzi vanno su. E, se lo sa Lei, è quello che qualunque italiano sa, appena appena sia sveglio.

Ma i costi dell’uranio incidono poco su quelli della follia nucleare presa in toto. I costi insostenibili sono altri e nessuno vuole calcolarli. Sicurezza? Scorie? Ambiente? Salute? E a noi che c’importa?

Che cosa si farà da subito? Beh, è naturale: si stanzieranno i soldi (i nostri) per istituire commissioni di studio che dovranno avere la consistenza scientifica che hanno quelle del Progetto Moniter della regione Emilia Romagna. E si faranno trovare sotto l’albero di Natale (da noi quel Natale dura dodici mesi l’anno) tanti bei quattrini a parenti, amici e professori con le brache in mano.

Il risultato? Quello sperato, e con fondatezza stante l’antica esperienza, è che il tutto si sarà risolto in una delle tante rapine, magari stavolta un po’ più costosa del solito, e basta. Personalmente ho molti dubbi che le centrali nuove entreranno davvero in funzione. Se non altro perché di uranio 235 non ce ne sarà più (è lo 0,3% dell’uranio totale).

Nel frattempo, egregio signor Presidente, per mostrarci la Sua pur notissima buona fede, potrebbe dare il buon esempio: proponga Arcore come sede di una centrale, la più grossa, e la Sua villa in Sardegna come discarica per le scorie. Vedrà che Cappellacci Le darà una mano."

P.S. Per favore, Presidente, dia un’occhiata a questi tre video e risponda, magari aiutato dei Suoi luminari:http://www.unonotizie.it/3987-italia-lo-scienziato-gianni-mattioli-ecco-perche-bisogna-dire-no-al-pericoloso-nucleare.php
http://www.dani2989.com/matiere1/uraniumprezzo.htm

lunedì 2 febbraio 2009

RIFLESSIONI SUL CASO DE MAGISTRIS E SULLA COSIDDETTA “GUERRA TRA PROCURE”. Parte 2




Parte 1.

Ma cerchiamo di approfondire un po' il discorso.


Come sappiamo, la nostra Costituzione, all'art.3, ci dice che la legge è uguale per tutti. Ed invece, i magistrati di Catanzaro non si ritengono cittadini come tutti gli altri e, dunque, si rifiutano di rispettare un provvedimento adottato dall’autorità giudiziaria competente e reagiscono con modalità che lasciano stupefatti, cioè reagiscono con un controsequestro, provvedimento illegittimo e abnorme sotto diversi profili. Basta dire, infatti, che esso è stato adottato da magistrati (quelli di Catanzaro) che versavano in condizioni di incompetenza funzionale, di incompetenza territoriale (ai sensi dell’art. 11 c.p.p., è, infatti, competente la Procura della Repubblica di Napoli) e di obbligo di astensione (se sei indagato non puoi a tua volta indagare, devi semplicemente astenerti!).

I media, ovviamente, si son ben guardati dal cercare di spiegare ai cittadini cosa stesse effettivamente accadendo. Ed infatti hanno parlato semplicemente di “guerra fra procure”, di scontro tra magistrati.

Quinta domanda. Ma perchè si parla di scontro tra procure se c'è una procura, quella di Salerno, che legittimamente va a prendersi le carte e a fare le perquisizioni, in quanto per legge è competente su Catanzaro, e c'è, invece, un'altra procura, quella di Catanzaro, che fa una cosa che non potrebbe assolutamente fare, e cioè effettuare un controsequestro?

Gli eventuali reati commessi dalla procura di Salerno li valuta la procura di Napoli, quindi se Catanzaro voleva denunciare dei reati commessi da Salerno, non doveva far altro che un esposto a Napoli e non un controsequestro!
Quindi non c'è stata alcuna guerra fra due procure: c'è stato da una parte un atto legittimo e doveroso, quello della procura di Salerno, e dall'altra, una risposta con atti abusivi e abnormi.

La “guerra tra procure” sembrerebbe quindi un mero slogan funzionale a quel potere politico che vuole “riformare” la giustizia e, magari, convincere l’opinione pubblica che tutto questo è giusto.

Sesta domanda. Perchè il decreto di perquisizione della Procura di Salerno fa insorgere tutti i poteri forti , dall’Associazione Nazionale Magistrati al Presidente della Repubblica al Ministro della Giustizia Alfano, che dichiarano scorretta quest’azione?

Il ministro Alfano, addirittura, vuole trasferire i pm Apicella, Nuzzi e Verasani per “assoluta spregiudicatezza”, “mancanza di equilibrio”, “atti abnormi nell’ottica di un’acritica difesa di De Magistris e con l’intento di ricelebrare i processi a lui avocati”.

Settima domanda. Ma quali sono gli atti illegali commessi dai magistrati di Salerno. Cioè cosa hanno commesso di illegale tali magistrati?

A tal proposito Marco Travaglio dice: “Per la prima volta nella storia repubblicana, e pure monarchica, un ministro chiede di punire dei magistrati perché il contenuto delle loro indagini non gli garba”.

Una richiesta, quella del ministro, del tutto illegittima, ma non a tal punto da essere respinta dall’organo di autogoverno della magistratura cioè il CSM. Quest'ultimo, infatti, invece di dimostrare di essere super partes, di essere autonomo rispetto al potere esecutivo, agisce supinamente, chinando il capo ed eseguendo le richieste avanzate dal super ministro della giustizia. Non solo.

Anche l’ANM, cioè l'Associazione Nazionale Magistrati, anzicchè scendere in campo in favore dei magistrati di Salerno, non fa altro che dichiararsi “soddisfatta”. Forse fa bene, quindi, De Magistris a parla di “mafia istituzionale”, scrivendo di come si stanno consolidando “nuove forme di 'eliminazione' di magistrati che non si omologano al sistema criminale di gestione illegale del potere”.

Fino al 1992, infatti, quando i magistrati con le loro indagini toccavano interessi o persone troppo in alto venivano assassinati, trucidati, fatti saltare in aria col tritolo. Ora c'è stata una evoluzione: si preferisce rinunciare al sangue, limitandosi a trasferirli o ad impedirgli di svolgere le proprie indagini, cioè di fare il proprio dovere.

Eppure la prassi da seguire in questi casi è semplice: se ai magistrati di Catanzaro non piaceva quanto hanno scritto i loro colleghi di Salerno, competenti ad indagare su Catanzaro, non dovevano far altro che rivolgersi al Tribunale del Riesame di Salerno (cosa che poi alcuni imputati hanno fatto) per chiedere l'annullamento del decreto di perquisizione e sequestro.
Se poi ritenevano che i colleghi di Salerno avessero commesso dei reati in quella vicenda, bastava fare un esposto o una denuncia alla procura di Napoli competente per giudicare i magistrati di Salerno.
Se poi ritenevano che i magistrati di Salerno avessero commesso delle
colpe deontologiche, bastava rivolgersi all'ispettorato del ministero o alla procura generale della Cassazione che sono titolari dell'azione disciplinare.

Invece cosa succede? Poiché al ministro non piace ciò che hanno scritto i magistrati di Salerno chiede al Consiglio Superiore della Magistratura di cacciare dalla magistratura il procuratore capo di Salerno.
Cioè il ministro pensa di poter sindacare il contenuto di un atto invece di lasciarlo impugnare davanti al Riesame o davanti alla Cassazione dagli indagati perquisiti. Alla faccia dello
stato di diritto e della separazione dei poteri!

Quando i tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario non sono più distinti, ad essere in pericolo è la democrazia stessa. Ed è proprio quello che sta accadendo in Italia! Purtroppo nell'indifferenza del popolo ormai assuefatto allo scandalo!

Come dicevo poco sopra alcuni imputati, a cominciare dall'ex procuratore di Catanzaro Lombardi, hanno intrapreso una delle vie percorribili per legge, cioè hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame di Salerno per chiedere l'annullamento del decreto di perquisizione.
Ebbene, venerdì
9 gennaio il Tribunale del Riesame di Salerno, in un clima tutt'altro che sereno, (un clima ove il Capo dello Stato, il CSM, il governo, l'opposizione (tranne Di Pietro), l'ANM, tutta la stampa di destra e di sinistra, le TV a reti unificate, dicono che Salerno ha torto) ha respinto i ricorsi dei quattro indagati ed ha dichiarato dunque fondato e legittimo il provvedimento di perquisizione e sequestro.

Ottava domanda. Perchè i 3 magistrati di Salerno vengono comunque trascinati davanti al Consiglio Superiore della Magistratura per essere puniti, a causa di quello stesso provvedimento che il Tribunale del Riesame ha trovato impeccabile, respingendo tutti i ricorsi?

Mistero!
Ed arriviamo al
19 gennaio! Giorno in cui è stata scritta una delle pagine più buie della storia della magistratura italiana.
Giorno in cui i
Sostituti Procuratore Nuzzi e Verasani vengono trasferiti e il Procuratore Della Repubblica di Salerno Apicella viene addirittura sospeso dallo stipendio (misura che una volta si comminava per condotte gravissime, come ipotesi di corruzione o simili, e non per provvedimenti , come invece è successo in questo caso!) perché hanno scritto un provvedimento giudiziario che non è piaciuto al potere! Questo nonostante la sentenza del Tribunale del riesame. Scandaloso!

Nona domanda. Come può, quanto accaduto, essere ritenuto compatibile con gli articoli 101i giudici sono soggetti soltanto alla legge») e 107 («i magistrati sono inamovibili») della Costituzione?

Tale scandalo è, ovviamente, monito per tutti i magistrati che vogliono continuare ad essere liberi, per tutti coloro che credono nell’articolo 3 della Costituzione che sancisce l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Davanti a questa vergogna non si può stare a guardare, non si può abbassare la testa. E' dovere di tutta la società civile difendere i magistrati come De Magistris, Apicella, Nuzzi, Verasani, Forleo, nonché giornalisti come Carlo Vulpio, sollevato dall’incarico di seguire come cronista gli eventi intorno al caso De Magistris dal suo direttore, Paolo Mieli. Forse perchè sapeva e scriveva troppo! E' fondamentale per la nostra democrazia e per il nostro futuro!

Del resto il ministro Rotondi era stato chiaro con riferimento ai pubblici ministeri: «colpirne uno per educarne cento»! Peccato che a venir colpiti siano solo i magistrati scomodi ai potenti!

domenica 1 febbraio 2009

RIFLESSIONI SUL CASO DE MAGISTRIS E SULLA COSIDDETTA “GUERRA TRA PROCURE”. Parte 1



Gli interrogativi su questa vicenda sono tanti, anzi tantissimi. Ma anche i punti fermi sono tanti, anzi tantissimi!

Ma andiamo con ordine.

De Magistris, PM senza macchia presso la procura di Catanzaro, si stava occupando di 3 indagini:

L'indagine “Poseidone, riguardante i depuratori che si dovevano costruire in Calabria, finanziati dall'Unione Europea con circa 800 milioni di euro ma mai costruiti.
L'indagine “Toghe lucane,” riguardante i comitati d'affari che collegano magistrati della Basilicata, sui quali è competente ad indagare Catanzaro e proprio per questo se ne stava occupando De Magistris.
L'indagine “Why Not,” riguardante un comitato d’affari composto da politici, imprenditori e funzionari delle istituzioni che avrebbero gestito illegalmente finanziamenti comunitari e statali, vale a dire milioni di euro di soldi pubblici, cioè di noi cittadini, frodati allo stato italiano da rappresentanti delle istituzioni italiane , in pratica una sorta di “Mani Pulite 2”.

Diciamo quindi che De Magistris stava indagando su cose molto, ma molto delicate! Cose che scottano!

Ed infatti, ben presto gli vengono tolte tutte e tre le indagini.

L'indagine “Poseidone “ sui depuratori, gli viene tolta dal suo capo, non appena De Magistris indaga l'On. Pittelli di Forza Italia.

Prima domanda. Possibile che il procuratore capo tolga a De Magistris l'indagine non appena osa indagare Pittelli che è socio del figlio della sua convivente?

L'indagine “Why not”, dove sono indagati una serie di politici, imprenditori ecc., gli viene tolta dal procuratore generale Dolcino Favi non appena viene indagato l'allora ministro della giustizia Mastella.

Seconda domanda. Come mai non si consente a De Magistris di andare avanti con l'indagine?Cosa ha fatto di tanto grave da meritarsi l'avocazione dell'indagine?

Infine, l'indagine “Toghe lucane” sul malaffare politico-affaristico-giudiziario in Basilicata, dirompente anche questa perché è un'indagine che coinvolge addirittura un ex big del CSM, cioè l'On. Bucicco, sindaco di Matera nonché avvocato e parlamentare di AN.
In tal caso De Magistris riesce quasi a finirla l'indagine, ma viene fisicamente cacciato da Catanzaro un attimo prima che lui sia riuscito a scrivere le richieste di rinvio a giudizio.

Terza domanda. Come mai questo tempismo perfetto? Non si poteva far concludere definitivamente l'indagine a De Magistris, in modo da raccogliere i “frutti” del suo lungo lavoro?

De Magistris, quindi, è un magistrato scomodo, ed infatti il CSM, pressato dal Parlamento, nel settembre 2007 ne dispone la richiesta di trasferimento. A gennaio 2008 si completa l'opera con il trasferimento di De Magistris e l’impedimento di esercitare ancora la funzione di Pubblico Ministero. L’autonomia della Magistratura, sancita dalla Costituzione italiana, è distrutta. La sua nuova sede sarà Napoli, non più con funzione requirente bensì con funzione giudicante.
Nel frattempo decine di suoi inquisiti, di suoi superiori o colleghi denunciano De Magistris presso la
procura di Salerno, competente per legge su quella di Catanzaro, per enormi nefandezze da lui commesse durante i tre anni di procura a Catanzaro, in particolare in merito alle tre indagini esposte. Anche De Magistris, però, si reca a Salerno per fare delle denunce. In particolare denuncia, a sua volta, i suoi superiori, alcuni suoi imputati, avvocati, giornalisti ecc. che, secondo lui, lo avrebbero screditato, calunniato, isolato ed espropriato delle sue inchieste. Insomma, avrebbero creato i presupposti per levare prima le inchieste e poi lui. A questo punto, ricevute tutte queste denunce di De Magistris e contro De Magistris, poiché per legge esiste l'obbligatorietà dell'azione penale, i magistrati di Salerno non possono fare altro che incominciare subito ad indagare, ad approfondire tali denunce per vedere quali sono fondate e quali no.

Se ne occupano i pubblici ministeri Gabriella Nuzzi e Dionigi Verasani ed il loro capo Luigi Apicella.

Dopo mesi di indagine, i magistrati di Salerno scoprono che le denunce contro De Magistris si sono rivelate totalmente infondate, e cioè che De Magistris non ha commesso alcuna scorrettezza, anzi dicono: "le indagini di De Magistris sono corrette, non emergono reati a carico di De Magistris" e quindi tutte le denunce che sono state presentate contro di lui saranno archiviate.

Riguardo invece all'ipotesi d'accusa presentata da De Magistris, i magistrati di Salerno, per poterne verificare la fondatezza, richiedono ai colleghi di Catanzaro la copia degli atti dell'indagine Why Not sulla quale si stava, appunto, indagando per verificarne l'eventuale insabbiamento.
Per ben 7 volte nell'arco di mesi la procura di Salerno chiede questa copia degli atti alla procura di Catanzaro. Ma quest'ultima rifiuta illegalmente ( non si può rifiutare di esibire un atto che un magistrato competente richiede) a quella di Salerno l'invio delle copie di questa indagine.

A questo punto Salerno non può far altro che andarsele a prendere a Catanzaro. Ed infatti emette un decreto di perquisizione e sequestro ed il 2 dicembre 2008 lo fa eseguire.

Questo decreto, a differenza di quanto i media hanno tentato di farci credere, è del tutto legittimo, infatti tale è stato ritenuto dal competente Tribunale del riesame che, il 9 gennaio scorso, lo ha confermato.

Quarta domanda. Perchè tale notizie, cioè tale conferma del Tribunale del riesame non è stata riportata da nessun telegiornale e da nessun giornale?

Continua.